LA TECNICA CRANIOSACRALE

LA TECNICA CRANIOSACRALE

Che cos’è la tecnica craniosacrale.

Si tratta di una tecnica manuale, dolce e non invasiva, nata all’inizio del ‘900 dalle intuizioni dell’osteopata William G. Sutherland, fondatore della cosiddetta “osteopatia craniale”. Sutherland percepì un nuovo ritmo pulsante nel corpo umano, definito “ritmo respiratorio primario”, giungendo alla conclusione che la perdita del movimento armonico di contrazione e espansione del ritmo possa portare a disturbi fisici e psichici e, viceversa, che qualunque disturbo ne rallenti o impedisca lo scorrimento.

La tecnica è stata poi sviluppata e organizzata in una disciplina autonoma dal medico statunitense J.E. Upledger (USA 1932 – 2012) e si è ulteriormente arricchita nella sua evoluzione biodinamica con i decisivi contributi, tra gli altri, di F. Sills, J. Jealuos, R. Becker e M. Kern.

OPERATORE E  TRATTAMENTO CRANIOSACRALE

In un trattamento di craniosacrale l’operatore, attraverso la profonda connessione con una sorta di saggezza guaritrice intrinseca del corpo e la palpazione del sistema respiratorio primario e dei diversi ritmi con cui esso si esprime, valuta l’ampiezza e le caratteristiche del movimento e riequilibra e ridona armonia e elasticità a tutto il sistema, inteso come l’insieme delle strutture fisiche, emotive e energetiche.

La tecnica craniosacrale opera preservando, consolidando, favorendo e amplificando lo stato di salute e benessere della persona, considerata nella sua globalità somatica. È un approccio olistico che promuove la salute, cooperando con le risorse già presenti nel sistema dell’essere umano.

L’origine e l’evoluzione della disciplina craniosacrale: il modello biomeccanico e il modello biodinamico.

LA BASE DEL MODELLO BIOMECCANICO

Nella prima metà del ‘900, l’osteopata William Gardner Sutherland percepì l’esistenza di un movimento delle ossa del cranio. Sutherland trascorse la sua vita a esplorare il significato del questo movimento. Dopo anni di palpazioni e di esperimenti somatici, si svelò alla percezione di Sutherland l’esistenza di un sistema primario e involontario di “respirazione”, che denominò “Sistema Respiratorio Primario”, del quale facevano parte, in un sistema intimamente interconnesso, le ossa craniali, l’osso sacro, i ventricoli cerebrali, il fluido cerebrospinale, le meningi del cranio, il tubo durale, il sistema nervoso centrale e il sistema fasciale. Scoprì che tutte le cellule del corpo esprimono un proprio respiro ritmico e che, attraverso sottili manipolazioni, era possibile riportare il sistema ad uno stato di equilibrio e di salute. Queste scoperte furono la base del modello biomeccanico del craniosacrale.

LA BASE DEL MODELLO BIODINAMICO

Nel corso della sua vita, Sutherland giunse alla conclusione che il movimento respiratorio primario è prodotto da una forza vitale intrinseca al corpo, denominata “Respiro della Vita”, che reca in sé una “Potenza”, una forza ordinatrice o un principio di salute, che conserva la salute di ogni cellula e di ogni tessuto e permette loro di funzionare. Sutherland riuscì a mettersi direttamente in relazione con questa Potenza, così ponendo le basi per lo sviluppo del modello biodinamico del craniosacrale.

LA NASCITA DELLA “TERAPIA CRANIOSACARLE”: JOHN UPLEDGER.

Negli anni ‘70 John Upledger, medico, ricercatore e osteopata americano, utilizzò per la prima volta il termine “terapia craniosacrale” e incominciò a divulgarla non solo ai medici e agli osteopati, ma anche a persone comuni. Svolse un’approfondita serie di ricerche cliniche, attraverso le quali elaborò un modello scientifico idoneo a descrivere e giustificare il movimento respiratorio primario nella sua espressione strutturale o biomeccanica. Dimostrò che, correggendo le restrizioni o i blocchi che impediscono al sistema craniosacrale di funzionare, molte patologie e sintomi possono migliorare o guarire completamente. Upledger sviluppò nuove tecniche e nuove possibilità applicative della tecnica craniosacrale, indagando anche i traumi emotivi e arrivando a comprendere che essi penetrano e vengono registrati nei tessuti del corpo e vengono poi manifestati con dolori e sintomi fisici. Upledger sviluppò un sistema per localizzare e rilasciare queste memorie, elaborando una tecnica di rilascio delle emozioni denominata “Somato Emotional Release” (SER).

LO SVILUPPO DEL MODELLO BIODINAMICO

Studiosi e sperimentatori come F. Sills, J. Jealuos, R. Becker e M. Kern, muovendo dal concetto di Respiro della Vita elaborato da Sutherland, hanno studiato e approfondito ritmi ulteriori e più sottili rispetto al ritmo craniosacrale, generati attraverso i fluidi dalla potenza biodinamica del Respiro della Vita. Si è sperimentato come il contatto dell’operatore con questi ritmi consenta di contattare la Matrice Originaria di Salute dell’essere umano, operante in ogni momento, dal concepimento fino alla morte. Muovendo da questi presupposti, la tecnica craniosacrale nella sua espressione biodinamica cerca il contatto con la potenza del Respiro della Vita, consentendo alle forze fondamentali della salute di esprimersi e operare.

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